IL PROBLEMA DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA IN ITALIA
IL PROBLEMA DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA IN ITALIA
La dispersione scolastica è un fenomeno complesso, che non riguarda solo l’abbandono scolastico, ma anche le bocciature e le ripetenze. Indica, in pratica, un percorso discontinuo rispetto a quello previsto.
Nonostante tale definizione generi un dibattito, in quanto alcuni preferiscono considerare la dispersione scolastica solo come l’allontanamento definitivo dal percorso di studi, resta il fatto che i dati sono preoccupanti praticamente in tutto il Paese. L’Italia mostra, infatti, percentuali di dispersione scolastica tra le più alte in Europa.
Learning: The Treasure within – Report to Unesco of the International Commission on Education for the Twenty-first Century
“L’insuccesso scolastico rappresenta uno spreco, con effetti devastanti sul piano morale e sulle conseguenze di ordine umano e sociale, fino ad assumere molto spesso una forma di esclusione che segnerà le sue vittime per tutta la vita adulta.”
Stando ai dati ufficiali, le cause della dispersione scolastica vengono cercate principalmente in tre ambiti:
- La famiglia di origine (capitale socio-economico, cultura e background migratorio)
- Il contesto scolastico (tipologia della scuola e sue caratteristiche, preparazione degli insegnanti e relazione tra questi e gli studenti, influenza dei coetanei)
- Caratteristiche dello studente (genere, attitudine e predisposizione allo studio)
Proviamo però a vedere la cosa dal punto di vista degli studenti.
Per l’anno scolastico 2021/2022, la Sicilia ha registrato una dispersione scolastica pari al 21,1%, vale a dire quasi il doppio rispetto alla media nazionale nello stesso periodo, che corrisponde al 13,5%. In uno studio, pensato proprio per indagare le possibili cause del fenomeno, è stato chiesto a 172 alunni, tra gli 11 e i 12 anni, di esprimere la loro opinione in proposito, tramite questionario. I risultati parlano di:
- Ansia da prestazione provocata dallo stress della valutazione e dal carico dei compiti (38,6%)
- Scarso interesse da parte delle famiglie (24,4%)
- Relazioni conflittuali tra studenti e/o docenti (20,9%)
- Disagio socio-economico (5,8%)
Ciò che possiamo notare è una corrispondenza parziale con i dati ufficiali e le percentuali ci comunicano l’effettivo peso delle varie cause. Il disagio socio-economico, ad esempio, rientra tra le opzioni, ma è nulla in confronto all’ansia provata dagli studenti. Attenzione: ansia che non trova le sue fonti nel docente in sé, come sarebbe facile pensare, ma in altri fattori.
Un tasso di dispersione scolastica maggiore in Sicilia, rispetto alle altre regioni italiane, non significa che il resto d’Italia possa dormire sugli allori. Queste sono, infatti, le percentuali della dispersione generale nella scuola secondaria di II grado:

Fonte: Ministero dell’istruzione, cit., La dispersione complessiva nella scuola secondaria di II grado – a.s.2018/2019 e passaggio all’a.s.2019/2020, p. 44
Possiamo considerare dunque il fatto un problema nazionale.
Basta fare una rapida verifica su un qualsiasi motore di ricerca per osservare come tutta l’attenzione sia rivolta alla dispersione scolastica così come definita all’inizio dell’articolo. Esiste però un’altra forma di dispersione, chiamata implicita, che compare sui testi ufficiali, ma solo di passaggio e che spesso sfugge alle statistiche. Solitamente, i dati a riguardo vengono raccolti con le prove INVALSI.
La dispersione scolastica implicita riguarda quegli studenti che, pur conseguendo il diploma, non arrivano a raggiungere neanche lontanamente i livelli di competenza attesi per il percorso scolastico completato. Per capire la situazione in corso, è sufficiente osservare la percentuale di studenti e studentesse in condizioni di fragilità nell’apprendimento di italiano e di matematica (i dati mancanti corrispondono al periodo del Covid-19, dove non è stato possibile effettuare le prove).

Fonte: INVALSI da 2019 a 2024
Senza dubbio, il contesto scolastico e quello familiare possono avere un peso sul rendimento dello studente, così come anche la situazione con i coetanei. Visto però che le proposte e gli interventi per tentare di arginare il problema ormai non si contano più e i risultati non sono certamente eccellenti, forse è il caso di osservare la questione da un altro punto di vista.
Concentrarsi sul cercare di eliminare i fattori di rischio non è certo sufficiente se non si agisce in maniera efficace anche sull’aumentare i fattori di protezione. Un ragazzo privo della capacità di affrontare con successo lo studio, non avrà comunque mai le basi per vivere con efficacia il mondo dell’apprendimento, dunque il rischio di dispersione scolastica, implicita o esplicita, sarebbe reale anche in condizioni ambientali e relazionali positive.
Al contrario, possedere un vero metodo di studio rappresenta un elemento altamente protettivo nei confronti del problema, contribuendo inoltre ad aumentare l’autostima e l’autoefficacia dello studente. Queste sono anche caratteristiche fondamentali per il successo personale negli anni futuri. Non è difficile arrivare alla conclusione che, se tutto ciò fosse compreso e usato all’interno degli istituti, direttamente dai docenti, i dati sulla dispersione scolastica potrebbero essere molto diversi.
Numerosi studi confermano quanto affermato. Uno tra tutti, quello effettuato in Sud Africa, da parte di una delle organizzazioni affiliate ad Applied Scholastics: Istruzione Viva. L’introduzione della Tecnologia di Studio in un istituto per la formazione d’insegnanti ha portato, nell’immediato, a un significativo crollo (2%) del tasso di abbandono dei corsi.
Dott.ssa Laura Leonardi
Fonti:
www.istat.it
ct.usr.sicilia.it
www.cliclavoroveneto.it
www.invalsiopen.it
www.openpolis.it
ilsole24ore.com
appliedscholasticsitalia.it