IL VALORE PRATICO E FUNZIONALE DELLA MASSA NELL’APPRENDIMENTO

COME LA VISUALIZZAZIONE E GLI OGGETTI FISICI SBLOCCANO L’ASSIMILAZIONE DELLA CONOSCENZA

IL VALORE PRATICO E FUNZIONALE DELLA MASSA NELL’APPRENDIMENTO

COME LA VISUALIZZAZIONE E GLI OGGETTI FISICI SBLOCCANO L’ASSIMILAZIONE DELLA CONOSCENZA

Una delle tre barriere allo studio è la mancanza di massa.

Il dizionario Treccani definisce la massa come “la quantità di materia, omogenea o no, unita in un solo pezzo, indipendentemente dalla forma che l’insieme assume o può assumere”.
La parola deriva da un termine latino che fa riferimento al concetto di “pasta” e richiama il verbo greco μάσσω (masso), con il significato di “impastare”.

Non è difficile, per esempio, vedere con i propri occhi a cosa corrisponde la parola “mano”, vederne la massa, dato che basta guardare alla fine del braccio, oltre il polso.
Per un termine come “disco volante” la cosa si complica un po’, quindi diventa necessario ricorrere all’aiuto di libri o di internet.

Sul sito di Applied Scholastics Italia è possibile leggere cosa si intende con “mancanza di massa (oggetto fisico)”:
“Le parole non possono sostituire la massa fisica e non fanno comprendere fino a fondo come qualcosa funziona. Nel momento in cui si studia qualcosa, è di grande importanza osservare l’oggetto nella realtà – anche se è astratto, si può cercare di costruire i concetti con della plastilina o con quello che si ha a disposizione.
Senza l’aver davanti ciò che si sta studiando lo studente si sentirà schiacciato e annoiato e può anche sentire vertigini.”

L’apprendimento richiede di capire concetti, talvolta complessi e spesso astratti.
La visualizzazione gioca quindi un ruolo cruciale in tale processo, agendo come vero e proprio strumento di comprensione profonda.

L’IMPORTANZA DELLA MASSA SECONDO LA LETTERATURA SCIENTIFICA

La ricerca nel campo della psicologia cognitiva e delle neuroscienze ha dimostrato ampiamente che l’uso di elementi in grado di offrire massa migliora significativamente l’efficacia dell’apprendimento. Questa strategia renderebbe infatti le informazioni più accessibili e durature.

La doppia codifica e la memoria multisensoriale

La teoria della doppia codifica, sviluppata da Allan Paivio¹, è uno dei pilastri su cui si fonda la ricerca scientifica riguardo l’importanza della visualizzazione.
Ciò che viene affermato è che l’informazione sarebbe elaborata e immagazzinata in due modi connessi tra loro: uno verbale e uno visivo. Quando si studia un argomento, l’aggiunta di immagini andrebbe così a creare una “doppia traccia”, rendendo il recupero più rapido e affidabile.

Le neuroscienze confermano tale efficacia, dimostrando che un aiuto visivo permette un’attivazione multisensoriale e consolida il concetto in modo più efficace, rispetto all’apprendimento basato su un solo canale sensoriale (solo verbale).
Quando, per esempio, un agricoltore pensa a un trattore, non si limita a richiamare solo le parole che lo descrivono, ma anche le immagini, le sensazioni e i suoni associati a esso.

Il principio di multimedialità e l’apprendimento efficace

Un’ulteriore conferma dell’importanza della visualizzazione proviene dalla Teoria cognitiva dell’apprendimento multimediale, di Richard Mayer².
Con il concetto di multimedialità, si sostiene che l’apprendimento sia più efficace quando le parole sono presentate insieme a immagini pertinenti, anziché da sole.
Gli studi di Mayer hanno dimostrato che la combinazione di testo e immagini migliora sia la comprensione che il recupero dell’informazione.
Ciò avviene, in particolare, perché tale strategia consentirebbe di costruire l’informazione in maniera più completa e interconnessa.
La conseguenza è quella di rendere più semplice la trasformazione dell’informazione grezza in conoscenza utilizzabile.

L’insight e la ristrutturazione cognitiva

Wolfgang Köhler³, con il suo concetto di apprendimento per “insight” (intuizione), ha dimostrato come la visualizzazione non sia solo un sostegno mnemonico, ma una vera e propria via per la risoluzione di problemi.
L’insight è intesa come una comprensione improvvisa e creativa della soluzione a un problema, che si manifesta quando la persona ristruttura gli elementi che ha a disposizione, in una nuova configurazione significativa.

A sostegno di questa teoria, Köhler offre il suo esperimento più noto, che vede come protagonista lo scimpanzè Sultan.
All’animale era stato presentato un problema, che consisteva nel dover prendere una banana posta all’esterno della gabbia, troppo lontana per essere raggiunta con il solo uso delle zampe. A disposizione aveva due bastoni, anch’essi troppo corti per raggiungere il frutto. Sultan, tramite un processo cognitivo e visivo, è arrivato alla soluzione tramite una comprensione improvvisa: ha unito i due bastoni per crearne uno più lungo, ottenendo così uno strumento utile per raggiungere la banana.
Questa “illuminazione” è un esempio di apprendimento che va ben oltre la semplice associazione e sottolinea il ruolo cruciale della percezione e della visualizzazione nella comprensione profonda e nella creatività.

LA VISUALIZZAZIONE COME PONTE TRA TEORIA E APPLICAZIONE

Le teorie fino ad ora presentate evidenziano come la visualizzazione non sia solo un semplice ausilio didattico, ma una componente essenziale dell’apprendimento, in grado di colmare il divario tra la teoria astratta e la comprensione concreta.

L’integrazione di immagini, video, oggetti fisici è fondamentale per migliorare lo studio e la risoluzione creativa dei problemi.
Tale approccio multimediale non solo rende a tutti accessibili i concetti complessi, ma crea un ponte solido tra la conoscenza acquisita e la sua applicazione pratica.

Dott.ssa Laura Leonardi

Note:

¹ Allan Paivio (1925-2016). Professore emerito di psicologia all’University of Wester Ontario, è tra i principali esponenti del cognitivismo, studioso della memoria a lungo termine e dei relativi sistemi di immagazzinamento delle informazioni.

² Richard Mayer (1947). Psicologo dell’educazione statunitense e professore emerito, figura di spicco nel campo della psicologia cognitiva e dell’apprendimento multimediale. I suoi studi si concentrano su come le persone possano imparare meglio da materiali didattici che uniscono parole e immagini e su come progettare tali materiali. Ha formulato la teoria cognitiva dell’apprendimento multimediale, basata su principi che aiutano a ridurre il carico cognitivo non necessario.

³ Wolfgang Köhler (1887-1967). Psicologo tedesco, esponente della teoria della Gestalt. Tra i suoi argomenti di ricerca spiccano il problem solving e il relativo concetto di insight. Dopo avere denunciato pubblicamente l’antisemitismo della politica nazista, emigra negli Stati Uniti, dove diviene professore universitario e presidente dell’American Psychological Association (APA).

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